Quello che resta del calcio romantico
Spesso mi chiedono perché mi sono appassionata al calcio e al giornalismo sportivo. Ci sono ragioni di necessità, certo; ma c’è anche un altro motivo, che ho riscoperto stamattina leggendo una notizia che mi ha emozionato. Mi riferisco alla notizia del tifoso della Pro Vercelli che – da solo – ha seguito la sua squadra del cuore a Bari. Andata e ritorno in giornata, in treno, con striscione da esporre in uno spettrale settore ospiti. C’è una foto che lo ritrae, solo, al centro degli spalti, controllato a vista da uno steward per una paradossale marcatura a uomo sugli spalti. Il suo sacrificio non è stato premiato: ultima in classifica, la Pro Vercelli ha incassato anche due gol in casa del Bari.
Ma in questa immagine e in questa storia – riportate dal sito de La Stampa – c’è tutto il fascino del calcio e della passione sportiva pura e semplice, quella che dovrebbe animare tutti noi sempre. Nella storia del tifoso solitario ho ritrovato le motivazioni del mio legame con il mondo dello sport. Il gesto del tifoso incarna appieno lo spirito del calcio romantico, delle passioni pure, sane, belle e coraggiose. Decisamente d’altri tempi!