Politica e social media in periodo elettorale, come comportarsi
(Ho pensato a lungo se fosse giusto postare questo pezzetto in questo blog. Alla fine ho deciso di pubblicarlo perché credo sia giusto inserire questa serie di considerazioni in un contenitore che intende parlare di comunicazione a 360°. Forse è un pezzo un po’ più sopra le righe rispetto agli altri, forse solo un po’ più ironico. Ma parla di comunicazione in periodo elettorale e credo sia giusto pubblicarlo qui).
A volte – sempre più spesso oramai – credo che i politici italiani abbiano bisogno di un vero e proprio manuale di stile. Forse di classe più che di stile. Il pesante calo di credibilità che connota negli ultimi anni la politica italiana lo dimostra. Anzi, dimostra – più di ogni altra cosa – che ci sarebbe bisogno di credibilità, di affidabilità e anche di buone maniere per rimettere in corsa un Paese, per fare in modo che il politico di turno non venga etichettato come quello che si candida perché gli torna utile. Sarebbe opportuno ricordare che il politico è colui che si candida a gestire il bene comune. Ma come si fa a guadagnare credibilità? Sicuramente non con le campagne elettorali aggressive, poco studiate o, peggio ancora, improvvisate che siamo stati abituati a commentare negli ultimi tempi.
Per me è una questione di stile. Ma di stile in senso di classe, di cose che si possono fare e di cose che tu, politico di turno, non puoi fare; ma non perché te lo impedisce la legge: semplicemente perché non va bene, è poco corretto o non è morale. Morale e politica, mi dicono spesso, ma vuoi scherzare? No, non voglio scherzare. Vorrei semplicemente delle regole morali da usare nel periodo delle campagne elettorali anche sui social media e nella vita reale. Ok la par condicio, ma alcune cose vanno al di là delle leggi: sono questioni morali.
E allora io ci provo a stilare un elenco di cose da non fare. Non so se qualcuno lo seguirà. Ma io ci provo a dare dei consigli ai politici e ai loro comunicatori che si avventurano nelle prossime campagne elettorali. E vi dico: il social è sì una risorsa ma non dovete esserci a tutti i costi! E soprattutto: il social non è un nuovo modo di perseguitare possibili elettori!
Ecco il mio elenco:
- Se fino a un mese fa non eri sui social network non puoi piombarci all’improvviso, aprendo contemporaneamente più profili, pagine fan incluse, e perseguitare mezzo mondo con improbabili richieste di amicizia. Lo stesso discorso vale per chi fino a qualche giorno fa aveva un account dormiente. Se c’eri giusto per ricordare al mondo della sua esistenza, con la campagna elettorale ai nastri di partenza, l’account dormiente non può diventare improvvisamente iperattivo.
- Se proprio devi piombare nel magico mondo di Facebook perché non riesci a farne a meno e credi che la campagna elettorale oggi sia sì 2.0 ma soprattutto social, evita di chiedere amicizia a gente che neanche conosci, fallo quantomeno per decenza. Io avrei un valido deterrente: immaginati a campagna elettorale conclusa e pensa di quante amicizie (vere o presunte tali) faresti volentieri a meno per il resto della vita social. Se decidi di esistere su Facebook e Twitter devi esistere lì per sempre, eletto o non eletto. La tua presenza on line è come se fosse un patto con i cittadini: oggi ci sei e li informi della tua campagna elettorale; domani, eletto o no, devi esserci lo stesso, pronto ad ascoltare consigli, lamentele e richieste. Il mondo 2.0 non è a senso unico. Se lo interpreti così dimostri di non aver capito niente e – soprattutto – tradisci la fiducia oltre che il patto implicito che hai sottoscritto assieme al cittadino.
- Sarebbe opportuno evitare di mandare messaggi in posta privata ad autentici sconosciuti e ad amici di amici per annunciare la tua candidatura. Per informarsi esiste la pubblicazione delle liste, che segue il momento della presentazione delle liste stesse. Se qualcuno ci tiene a sapere se sei candidato ti cerca, o al massimo te lo chiede. Sia a te che agli amici in comune.
- Ricordati che è opportuno evitare di creare eventi improbabili su altrettante improbabili manifestazioni. Non c’è nulla di più triste di un evento “morto” a cui risultano solo partecipanti morali o, peggio ancora, solo i tuoi familiari, al massimo il tuo addetto stampa
- La pagina fan non è obbligatoria. Serve solo per i grandi numeri e ai più – specie all’inizio – sembrerà una inutile parata. L’esclamazione più certa sarà: “Ma guarda tu questo chi crede di essere…”. Una pagina con pochi fan fa solo tristezza. Meglio un profilo con pochi amici.
- Contieni i “mi piace”. Se fino all’altro giorno non ti piaceva mai nulla e dal momento della candidatura hai scoperto l’esistenza del fantastico tastino in coda a tutti gli status e foto, trattieniti: si capirà prima o poi che ti piace tutto perchè sei disperatamente alla ricerca del consenso.
- Una nota a parte su Twitter. È il social network del microblogging. Se decidi di aprire un account, per carità di Dio, tienilo in vita. Non c’è nulla di peggio di un account di un politico che non twitta niente e che non ha follower. A differenza di Facebook, lì non puoi chiedere amicizie e fare il figo con il politico che ha meno amici di te. Su Twitter contano i follower e, ahite, non puoi chiedere a tutto il mondo di seguirti. Ecco l’essenza di Twitter: la gente ti seguirà se dirai cose intelligenti. Anzi, più appropriatamente ti seguirà se twitterai. Ragion per cui: se non twitti non sei nessuno e quindi puoi evitare di fiondarti su Twitter a caccia di voti.
Chiudo con un consiglio. I social media sono un’ottima risorsa ma possono essere anche dei veri e propri boomerang. Per la comunicazione politica come in altri campi.
Io consiglierei una sola cosa a tutti i politici candidati: aprite un blog e riempitelo di contenuti. Dei vostri contenuti, di quelli della campagna elettorale in corso. Al massimo pubblicizzatelo sui vostri account Facebook (per quelli che ce l’avevano prima dell’inizio della campagna elettorale). Io credo che non ci sia niente di peggio dell’eccessiva presenza on line con scopo politico/elettorale. Sa di falso, come le strette di mano elettorali, gli ammiccamenti e i sorrisi inaspettati.
Ho fatto un elenco di regole ma forse ne basterebbe una sola: ricordare che gli elettori sono tutti esseri pensanti e che gli escamotage elettorali – nella vita quotidiana così come sui social media – servono a poco.
[…] Ruggero, esperta e studiosa sul tema, che affronta sapientemente l’argomento sul suo blog – politica e social media come comportarsi -, qui ci sarebbe bisogno di definire una volta per tutte la netiquette, ovvero delle buone maniere […]
[…] foto fantastiche su instagram e tweet come se non ci fosse un domani. Alla luce del successo di un vecchio post su come comunicare in periodo elettorale, vi dico come la penso. Per punti, così fate prima a leggere (se volete). Le amicizie su Facebook. […]