Tecnopanico? Come affrontare il digitale con intelligenza

Marzo 5, 2025

Ogni innovazione suscita paure, fobie collettive che scomodano studiosi e ci spingono a pensare che, in fondo «stavamo meglio prima». La storia dei media è piena di narrazioni di paure che accompagnano l’evoluzione del mondo della comunicazione: dall’oralità alla scrittura fino ai social media; ogni innovazione porta con sé paure che poi, con il passare del tempo, si rivelano eccessive e ci costringono a rivedere rigidissime posizioni iniziali. 

Con Tecnopanico. Media digitali, tra ragionevoli cautele e paure ingiustificate (Il Mulino), Alberto Acerbi analizza le paure collettive associate ai media digitali e smonta alcuni miti contemporanei, dimostrando come, con consapevolezza e intelligenza, tutti siamo in grado di affrontare le sfide dell’era digitale. Il libro (in uscita il 3 marzo) si sofferma sulle teorie del complotto che animano i nostri tempi, sulla famigerata diffusione esponenziale di fake news, sugli algoritmi, sul microtargeting, sullo scandalo dei dati Cambridge Analytica, sulle echo chamber (che in Italiano suona più o meno come «camera dell’eco») e sulla polarizzazione 

Acerbi, che è ricercatore presso l’Università di Trento, conduce il lettore in un viaggio attraverso le tecnofobie con piglio scientifico, provando a smontare alcune diffuse convinzioni che puntano soprattutto alla demonizzazione delle nuove tecnologie. Lo fa analizzando nei dettagli le tesi degli «apocalittici», ma pure ricordando come, nella storia dei media, ogni tipo di innovazione è stata accompagnata da paure spesso infondate: è il caso della radio e della Guerra dei Mondi di Orson Welles, dei rischi dell’esposizione dei bambini allo schermo televisivo, fino ad arrivare ai nostri giorni e alle indagini che sembrano rimarcare uno stretto collegamento tra un crescente malessere dei giovani e un uso massiccio dei media digitali. L’autore ci porta con mano a verificare se e quanto è vero che gli smartphone aumentano il rischio di pubertà precoce nei nostri figli, se e quanto siamo spiati da Siri, Alexa e dall’intelligenza artificiale che oramai è parte integrante delle nostre vite, se e quanto la dopamina prodotta dai like influenzi in positivo la nostra mente…

l libro si dipana in una serie di capitoli che ne rendono agevole la consultazione per argomento e che suonano come una chiacchierata che l’autore intraprende con i lettori, analizzando anche tutte le notizie – spesso prive di fondamento scientifico – che spesso e volentieri accompagnano il mondo dei media e la sua evoluzione. Viene fuori una guida necessaria per orientarsi nella società contemporanea senza farsi travolgere da allarmismi spesso ingiustificati. Un volume necessario per «agenti» – Acerbi rimarca quanto sia importante sentirci agenti e non semplici utenti della tecnologia: un utente usa qualcosa predisposto da altri, mentre un agente presuppone un ruolo più attivo – che vogliono essere informati e vogliono approfittare dei nuovi media senza farsi travolgere dagli eccessi né dalle teorie del complotto.

(da www.resistenzequotidiane.it)

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