Anno 2000, #ilmioprimointernet
Questa storia dei ricordi in occasione dei primi trenta anni di internet ci ha resi tutti una grande tribù di nostalgici.
Ebbene sì, ho twittato anche io seguendo l’hashtag di Repubblica #ilmioprimointernet.
Prima ho scritto una frase veloce, che sintetizza il mio primo approccio con il mondo di internet. Ma contestualmente mi sono resa conto che i caratteri di Twitter sono pochi per ricordare le emozioni e le sensazioni uniche – e se ci pensiamo oggi “assurde” – dei nostri primi collegamenti a internet.
Ma voi ricordate il rumore dei vecchi modem quando componevano tutti quei numeri che ci consentivano di connetterci a internet? E i cd che servivano a farci addentrare per la prima volta nel mondo dei provider, con le prime mail? Perfino i primi indirizzi email a me sembravano fantascienza, ma un modo di comunicare molto più simile ai vecchi walkie-talkie che a una comunicazione professionale. E chi aveva intuito che era opportuno avere per mail qualcosa tipo nome.cognome o nomecognome?
Ricordo di aver conquistato internet a fatica nell’anno della maturità. Era il 2000 e io, che già da qualche tempo avevo sentito parlare delle meraviglie della tecnologia, avevo chiesto ai miei genitori di “comprare internet” già nel 1999. Ma niente: non avevo ancora 18 anni e i miei preferirono regalarmi una delle prime Play station. Fu una guerra. Che ve lo dico a fare? Io volevo internet e mi ritrovavo con i soliti – per quanto nuovi – videogiochi.
L’età era già di per sé particolare. Avevo voglia di vedere il mondo fuori. E quel fatto di internet mi piaceva assai. Il 1999 passa alla storia anche come l’anno in cui mi fu dato il primo telefono cellulare: un Nokia 5110. Ma questa è un’altra storia.
L’anno successivo – nel 2000 – riuscì a vincere la mia battaglia e tutti in casa, chi prima e chi dopo, fummo attratti dalla novità che aveva un nome altisonante: internet. Avevamo uno dei primissimi modem collegati al doppino incrociato del telefono. Fin qui nulla di strano. Il problema era che il pc era in una stanza; la presa del telefono in un’altra. E ricordo ancora la dedizione, la passione e la magia con cui – ogni volta – per connettermi a internet srotolavo metri e metri di cavetto che passava sulle porte, a terra e sui mobili. Sarebbe forse superfluo raccontarvi che in quel periodo ruppi chilometri e chilometri di filo: a casa mia la specialità sportiva preferita era il salto della corda (o del filo telefonico) e improvvisamente qualcuno inciampava nel filo, tirandosi appresso solo il modem nel migliore dei casi.
Ricordo ancora le emozioni della prima email (che a dire il vero utilizzavo soprattutto per comunicazioni stupide) e il fascino di poter inviare sms gratis da alcuni siti web. (E a questo punto la risata di chi conosce solo Whatsapp, il mobile e gli smartphone ci sta tutta).
E come dimenticare le mail chilometriche inviate ai miei colleghi di università prima di ogni esame? Eh sì: non avevamo Facebook nè Twitter ma eravamo soliti aggiornarci con foto, testi, inciuci tramite mail. Con una mail che non era ancora personale ma familiare. Devo aver capito allora, cinque anni dopo l’avvento di internet a casa mia che forse era opportuno che ogni singolo componente della famiglia si dotasse di un indirizzo email…
Da stamattina sto cercando di ricordare: ma cosa cavolo facevo io su internet nei primi tempi? E ora ho ricordato: giocavo (la mentalità Play station non era del tutto lontana), mandavo mail, e chattavo in tempo reale con le mie amiche (e qui potrei aprire tanti altri post su quelle chat oramai dimenticate come Msn e C6).
Ok, basta, stop con i ricordi. Qui rischiamo di diventare nostalgici o – peggio ancora – se qualche nativo digitale dovesse trovarsi per caso da queste parti, rischiamo di sembrare vecchi. Forse più di quanto non ci sentiamo noi oggi, a confrontare internet di oggi con #ilmioprimointernet.