corto circuito mediatico ferragostano
I giornali di oggi mi inducono a una doppia riflessione. Da un lato non resta altro che constatare la presenza in edicola di un prodotto oramai “scaduto”, con i quotidiani che giocoforza presentano ai lettori la notizia di due notti fa in apertura, seppur infarcendola di commenti, analisi e approfondimenti. La notizia, pure se arricchita da preziosi commenti, analisi e resoconti di ottimi inviati, resta sempre la stessa, quella comunicata quasi in tempo reale dai social e dal mondo del web.
Dall’altro lato c’è l’amarezza di una notizia vecchia oramai quasi venti anni (leggi caso Dubai) che torna di scottante attualità, tanto da spacciarla come recente, per una sorta di cortocircuito mediatico ferragostano.
In entrambe le circostanze c’è di mezzo il web, croce e delizia di un mondo che è cambiato e di un mondo che si illude di avere un cambiamento ancora in corso.
La via di uscita dalla crisi economica e strutturale dei cari vecchi quotidiani può risolversi con una sola parola: credibilità. Solo la qualità potrà salvare i giornali di carta. La qualità e la verifica attenta e puntuale dei fatti. Senza questi ingredienti mi sa che non andremo proprio da nessuna parte!
Io estendo la tua riflessione anche ai contenuti culturali. Ci vuole credibilità e qualità. Non so però quanto possano essere d’aiuto i social network…massima diffusione, è vero, ma così incontrollabile! Girano anche frottole belle e buone, e la gente crede a tutto.
Proprio così. La riflessione si può estendere a qualsiasi tipo di contenuto. Il web e le nuove tecnologie hanno democratizzato la conoscenza ma sta a noi farne un uso consapevole