Giornalismo e social media: fonti e tools
Sul rapporto tra giornalismo e social media ci sarebbe bisogno di una approfondita riflessione. Penso a quelli che, in determinati fatti di cronaca, si mettono a scavare sui social media delle vittime, degli assassini o di semplici incriminati, per scriverci pagine di giornale oppure per riempire ore di trasmissione… È un trend – una persona tempo fa, mentre ne parlavamo, lo ha definito così – che io non ho mai condiviso. È come se il cronista si mettesse a rovistare nella vita privata delle persone senza averne il permesso. Approfittando, certo, di un pizzico di ingenuità o di incoscienza di coloro che hanno profili pubblici. Questi gesti restano sempre una intrusione – e come tale non autorizzata – nella vita delle persone (vittime o carnefici che siano).
Ma questa è un’altra storia, che con calma sicuramente cercherò di approfondire in futuro.
La notizia che mi ha spinto a riflettere questa mattina, invece, è un’altra. Primaonline – sito della rivista Prima Comunicazione, punto di riferimento per gli addetti al settore – ha pubblicato una notizia che ha suscitato in me delle riflessioni: quali sono i tools più utilizzati per le ricerche da parte dei giornalisti? Il pezzo di Primaonline riprende una notizia pubblicata da IJNet (network internazionale di giornalisti) che ha stilato una vera e propria classifica dei tools più usati. Quali sono? RebelMouse, Storyful Multisearch, Geofeedia e Topsy.
Ora, io sfido chiunque a dirmi se conoscesse o meno questi siti prima di aver letto la notizia.
Io vi dico cosa ho fatto: la curiosità per l’ennesima volta mi ha fregata e mi sono divertita a provare questi siti.
Cosa ho scoperto?
Partiamo da quello più immediato e sorprendente: Topsy. Contiene i tweet – dicono tutti – della storia di Twitter. Basta inserire la parola twittata (la cara vecchia parola chiave) che si vuol ricercare e… et voilà… i tweet son serviti. Ammetto di aver avuto quasi paura di questa diavoleria: ho trovato dei miei tweet vecchissimi, che neanche io ricordavo! Tra l’altro Topsy indica anche quante volte e da chi il contenuto del tweet è stato citato da altri.
Per Storyful Multisearch è necessario avere come browser Google Chrome ed è una sorta di motore di ricerca sui social media. Facebook, però, pare non sia ancora supportato.
Sto cercando di comprendere ancora per bene l’uso di Geofeedia (che monitora i messaggi che provengono dai vari social media su un luogo predefinito) e di Rebel Mouse (che appare come una vera e propria piattaforma che aggrega i contenuti di tutti i social media).
Poi, però, mi sono fermata a riflettere. Non sono vecchia decrepita ma ricordo benissimo quando si cercavano le informazioni su personaggi della cronaca senza i social network. Si chiedeva per strada, a vicini, amici e parenti. E forse il lavoro era molto più difficile. Da vecchi cronisti che si consumano le suole delle scarpe. Nessun giudizio: né positivo, né negativo. Faccio parte della schiera di coloro che accolgono le nuove tecnologie e i nuovi media come importanti innovazioni che si “integrano” con il nostro lavoro e la nostra visione del mondo. Però la riflessione mi è venuta uguale. Sarebbe forse il caso di fare, sull’argomento, una bella e lunga chiacchierata con qualche vecchio – non in senso anagrafico – cronista per capire cosa ne pensa…
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