Twitter e palinsesti, i social media cambiano la tv?
Suvvia, ci abbiamo provato tutti almeno una volta nella nostra vita. Forse perché fa trend, fa tendenza, o forse anche per sentirci più fighi nei confronti di tutti coloro che sono meno social di noi.
Tutti, almeno una volta nella vita social, abbiamo provato a cinguettare mentre siamo comodamente stravaccati in divano a guardare una trasmissione di attualità o un film impegnato o comico che sia. Ebbene, quello che io credevo fosse solo un trend, si appresta a diventare uno strumento serio per la misurazione dell’audience. O giù di lì. In questi giorni c’è stato l’annuncio: dall’autunno 2014 sarà disponibile anche in Italia (che in determinate cose, chissà come mai, arriva sempre dopo l’America) il servizio Nielsen Twitter Tv Ratings. Nielsen, per chi non lo sapesse, è un’azienda leader nelle informazioni di marketing e nella rilevazione di dati sui consumi e sull’uso dei media. Le periodiche “misurazioni” Nielsen costituiscono da sempre un punto di riferimento per gli addetti ai lavori, oltre che un quadro completo del mercato dei media, delle telecomunicazioni o della pubblicità.
La novità annunciata sarà un vero e proprio strumento di misurazione dell’attività e della reach delle conversazioni Twitter sui programmi televisivi. In pratica, la misurazione è semplice: serve a monitorare se e quante persone del mondo Twitter cinguettano a proposito di determinati programmi tv. L’accordo tra Twitter e Nielsen – che è alla base del lancio della nuova attività – è stato siglato nel 2012 ed è già attivo da tempo negli Usa.
Io credo che la notizia sia una vera e propria diavoleria che consentirà alle aziende e ai produttori di programmi tv di orientarsi in base alle conversazioni degli utenti e ai loro pareri social, espressi tramite uno dei più popolari social media.
Insomma, leggi i trend, analizzi i tweet e di conseguenza orienti le tue strategie commerciali. Ma io vedo anche altro, che va al di là della tradizionale idea di orientare strategie commerciali e quindi oltre il business: la “misurazione” dei tweet a mio avviso è anche una forma di interazione con il medium televisione che va a integrare la vecchia cara e forse spesso abusata interazione via telefono (e dell’interazione via telefono sono pieni i manuali di storia della televisione). Insomma, credo in un mondo in cui il coinvolgimento diretto degli spettatori – specie di fronte all’accanita concorrenza dei nuovi media – diventi sempre più importante. Sarà così? Non ci resta che attendere il prossimo autunno per capire…
Non so se i social media cambieranno la tv, ma so per certo che un cambiamento, anzi un repulisti della tv odierna deve assolutamente avvenire.
A darmi fastidio non sono tanto i programmi trash (anzi quelli sono dei capolavori di comicità involontaria), quanto piuttosto la sempre più diffusa spettacolarizzazione del dolore.
Quando accade un fatto di cronaca nera, l’ interesse non é più circoscritto alla vittima e al carnefice: si tirano in ballo anche i rispettivi familiari, trasformandoli in degli showmen loro malgrado.
E quando li si intervista, non gli si fanno domande neutre con un tono delicato, ma si va volontariamente a girare il dito nella piaga, si usano tutte le possibili strategie per stimolare una reazione emotiva, la “lacrimuccia che fa audience.”
Oltre alla ricerca della lacrimuccia, un’ altra cosa che non sopporto é la ricerca del litigio. Lo vedo fare in molti talk show: con la scusa di “dare spazio a tutte le opinioni”, si riuniscono in uno studio delle persone che su un dato tema hanno delle posizioni totalmente opposte; poi si fa di tutto per portarle allo scontro, per seminare zizzania in attesa che qualcuno caschi nella trappola, alzi la voce e aggredisca verbalmente un altro ospite. Ovviamente l’ offeso reagisce con altre urla ed altri insulti, qualcun altro getta ulteriore benzina sul fuoco e il gioco é fatto: la rissa verbale che la conduttrice cercava disperatamente di innescare é finalmente scoppiata.
Quando poi la situazione oltrepassa i limiti, di solito poi la conduttrice ha anche la faccia tosta di dire qualcosa del tipo “Ci scusiamo con i telespettatori, ma era oggettivamente imprevedibile che la discussione prendesse una piega così accesa.” Ma quale imprevedibile, era esattamente ciò che volevi!
Tra la spettacolarizzazione del dolore e la ricerca del litigio c’é però una differenza fondamentale: la prima é deplorevole nel 100 % dei casi, mentre invece la seconda può generare delle situazioni divertenti. Ad esempio, quando vedi 2 ospiti che si scannano per delle questioni di importanza minimale, a quel punto loro si rendono ridicoli, e a te che sei lì a guardarli ti viene più da ridere che da piangere. Almeno a me fa quest’ effetto.
A proposito di tv del dolore e di spettacolarizzazione: ho visto – con i miei occhi – giornalisti (o pseudotali) presentarsi sul posto di una tragedia con un microfono e chiedere ai parenti delle vittime “Signora, come si sente?”. E credo di aver detto tutto sul tema!
E’ proprio a causa di avvoltoi e sciacalli come questi pseudo – giornalisti che guardo pochissimo la televisione.
Adesso in tv sto guardando solo i Robinson. E’ stupefacente constatare come, ad oltre 20 anni da quando sono stati girati, gli episodi di quel telefilm siano ancora perfettamente godibili: non succede quasi mai con le serie comiche, di solito sono quelle che invecchiano prima e peggio.
Evidentemente i Robinson si sono mantenuti bene e hanno resistito meglio perché c’era dietro un genio comico assoluto, il grande Bill Cosby, e un cast di grande talento e in perfetta sintonia con lui.
Fino a poco tempo fa guardavo anche Happy Days, ma poi SKY ha deciso di rimuoverlo dalla programmazione. E’ un vero peccato, perché era un altro telefilm di notevole spessore. Anche le ultime stagioni, quelle che secondo molti fan sono i peggiori della serie, sono comunque di buona (quando non ottima) qualità. E poi diciamocelo, Fonzie ha un tale carisma che non importa se tutto il resto é scialbo, basta metterlo sulla scena e hai già creato uno spettacolo. Grazie per la risposta! : )
Grazie a te per i commenti. La mia idea è proprio questa: aprire le menti e stimolare le riflessioni sui temi che mi stanno più a cuore! 🙂